Sarà anche che no, ma a me pare che Platinum Crack sia un po’ espressione dei tempi che, amo pensare, saranno: un punk confinato tra le mura domestiche che, anziché mummificarsi mentre inforna una pagnotta, si mette al computer e con un’elettronica che, più che i grandi nomi del genere, pare ricordare i commenti musicali a videogiochi compatibili con i vecchi Commodore 64, Amiga, Sega e Gameboy: resti di modernità...
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